Attenzione: le pellicce imbruttiscono!

Attenzione: le pellicce imbruttiscono!

Ultimo aggiornamento: 04 ottobre, 2015

Tolstoj disse: “Se i macelli avessero le pareti di vetro, saremmo tutti vegetariani“. Molte persone preferiscono ignorare la crudeltà a cui vengono sottoposti gli animali (come per esempio nell’industria dell’abbigliamento e della moda).

Tuttavia, sempre più persone prendono posizione e si schierano dalla parte degli animali, rifiutandosi di usare pelli e pellicce. Di media, a causa della moda, vengono sacrificati ogni anno circa sessanta milioni di animali, selvaggi o allevati. È un lusso superfluo ed estremamente crudele.

La cosa peggiore che può accadere ad un essere vivente, animale o umano, è che gli venga inferto dolore intenzionalmente. Nell’industria della moda la crudeltà è estrema: dalle trappole per gli orsi, fino alle pratiche di scuoiamento da vivi.

Purtroppo, a causa degli alti profitti che si possono trarre dalla vendita delle pellicce, la caccia agli animali è stata spietata, molte specie si sono estinte o quasi. Inoltre cadono nelle trappole mortali anche circa 80 milioni di animali che non servono a questo fine, con la conseguente drastica diminuzione della popolazione silvestre.

ermellino

 

Bisogna considerare, inoltre, che una cosa è uccidere un animale (cosa già abbastanza deplorevole) e unaltra è il modo in cui viene fatto. Nel caso degli animali che sono strappati alla vita selvaggia, sono le trappole a causarne la morte, queste non sono concepite per dare loro una morte rapida. A volte, infatti, l’animale agonizza per giorni prima di morire.  Nel caso degli animali da allevamento, bisogna sapere che le loro condizioni di vita non sono delle migliori. Generalmente gli animali s ono costretti a vivere ammassati in anguste gabbie. Non c’è nessun rispetto per la loro salute psicologica, tanto che spesso, gli animali  ricorrono all’automutilazione perché è l’unica forma che hanno per ridurre lo stress causato della reclusione. Nemmeno la morte è dignitosa per questi animali.  I metodi di uccisione sono concepiti specificamente per non rovinare il pelo: camere a gas, scosse elettriche, rottura delle ossa cervicali.

Allo stesso modo, anche all’interno delle fattorie per l’allevamento di animali da pelliccia, si assiste alla manipolazione genetica per ottenere le caratteristiche perfette di pellame e la miglior qualità, o per incrementare la riproduzione degli animali.

Un’altra questione che si solleva è l’addomesticamento di animali selvatici. Anche se l’allevamento in fattoria è nato come alternativa alla caccia per cercare di ridurre l’impatto di questa sulla popolazione silvestre, il problema è che, attraverso l’addomesticamento, le specie perdono la capacità di poter sopravvivere allo stato brado, così come altre caratteristiche. Gli animali sono manipolati dall’uomo per facilitare la convivenza. Per queste ragioni, spesso l’addomesticamento significa la scomparsa della specie dallo stato selvaggio.

volpe-3

Bisogna chiedersi perché si usano le pellicce. Molte persone che acquistano le pellicce affermano che questi capi riparano molto meglio dal freddo. La risposta che merita una giustificazione di questo tipo, può essere solo dura ed ovvia: nella vita moderna, a eccezione di pochissime comunità isolate, la pelliccia ha cessato di essere un prodotto funzionale a riparare dal freddo.

Un altro motivo che incrementa l’uso delle pellicce, è che esse sono il simbolo di un certo status sociale. Molte persone credono che le pellicce siano sinonimo di eleganza e aristocrazia. Tuttavia, ultimamente sta prendendo piede l’idea che la crudeltà non può mai essere elegante.  

Chi compra le pellicce è responsabile

Come si diceva all’inizio, anche se molti fanno le orecchie da mercante per non affrontare la realtà, la questione è che chi compra o promuove questo tipo di condotta, partecipa direttamente alla morte di un animale, e il suo denaro permette la reiterazione di comportamenti crudeli e disumani.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.