Cani da ricerca e salvataggio: conosciamoli meglio

Cani da ricerca e salvataggio: conosciamoli meglio

Ultimo aggiornamento: 17 marzo, 2018

Sono stati gli svizzeri a iniziare, ormai tanti anni fa, l’addestramento dei cani da ricerca e salvataggio. Un’esigenza frutto del territorio montuoso del paese transalpino dove, ogni anno, molti sciatori e alpinisti rischiano la vita. Conosciamo meglio questi eroi a quattro zampe che, ogni giorno, velano per la sicurezza degli esseri umani, svolgendo un servizio di pubblica utilità davvero encomiabile.

Cani da ricerca e salvataggio nella storia

Sebbene le operazioni di ricerca e salvataggio, da sempre, sono state associate all’uso di cani, in realtà il primo utilizzo che non riguardasse la caccia, fu sperimentato nel corso della II Guerra Mondiale.

L’uso del pastore tedesco, così come altri cani per la ricerca di sopravvissuti tra le macerie, dopo bombardamenti e attacchi, fece nascere l’idea che questi intelligenti animali domestici potevano davvero aiutare soccorritori e specialisti a salvare vite umane. La loro capacità di movimento, l’olfatto infallibile e la vista, diventarono ben presto strumenti di supporto per forze dell’ordine e soldati.

una statua dedicata ai Cani da ricerca e salvataggio

A partire dal 1950, con la ripresa del Vecchio Continente dopo il terribile conflitto, furono create diverse scuole specializzate per formare unità cinofile dedicate alla ricerca e al salvataggio. I paesi maggiormente interessati da queste iniziative furono, soprattutto, la Svizzera e la Germania.

In Italia, il Gruppo Cinofilo Volontari di Protezione Civile “I Lupi” , fu la prima scuola nazionale di cani da soccorso. Fu fondata nel 1976 e, da allora, nel nostro paese sono nate molte altre unità che si dedicano alla formazione di cani per rispondere a calamità e catastrofi. L’addestramento dell’animale interessa quattro momenti fondamentali:

  1. Prima fase: individuazione di un oggetto o persona in superficie.
  2. Seconda fase: ricerca superando piccoli ostacoli e macerie.
  3. Terza fase: ricerca di una vittima totalmente nascosta, riducendo le fonti di odore.
  4. Quarta fase.: ricerca di più vittime, in catena, in un ambiente praticamente reale.

Se in una qualsiasi delle fasi dell’addestramento, il cane presenta un momento di esitazione, viene ricondotto al momento precedente, finché non interiorizza al meglio il suo obiettivo.

Come lavorano i cani da ricerca e salvataggio?

C’è la convinzione che il cane cerchi una traccia ben definita. Magari facendo annusare all’animale un indumento della persona scomparsa. Non sempre è così facile, ricondurre i soccorritori sui luoghi percorsi dalla vittima. Spesso, infatti, la sua identità è sconosciuta o semplicemente non c’è la possibilità di utilizzare alcun effetto personale.

Non a caso, nelle scuole di addestramento per cani di ricerca e salvataggio, viene insegnato qualcosa di assolutamente fondamentale. L’animale, infatti, impara a distinguere l’odore delle persone presenti (e che può vedere), da quello delle persone scomparse (e che non è in grado di vedere).

addestratore con divisa rossa e collie sul prato

Quando il cane rileva l’odore della persona o dell’oggetto che sta cercando, come nel caso di droga, denaro o esplosivi, l’animale abbaierà. Ciò accade perché durante le sessioni di preparazione, il cane associa il fatto di trovare qualcuno o qualcosa “nascosto” a un premio, cioè a un rinforzo positivo.

Come devono essere i cani da ricerca e salvataggio?

Se pensate che esistono solamente poche razze che possono svolgere questo servizio in modo efficiente, vi sbagliate. In realtà tutti i cani sono potenzialmente adatti a trovare e salvare persone scomparse. Tutto sta nell’addestramento che viene impartito loro. Le qualità fisiche e mentali di questi meravigliosi animali li rendono perfetti per trovare droga, armi, mine, individuare veleni e, ovviamente, rintracciare persone intrappolate sotto le macerie.

Pertanto, se la razza non è determinante, esistono comunque dei requisiti per quanto riguarda il carattere e il fisico. Sono queste, che renderanno un cane più adatto alle operazioni di ricerca e salvataggio. Vediamo assieme quali sono:

  • Il cane deve mostrare attenzione, e una grande capacità di rispondere agli stimoli.
  • L’animale dev’essere deciso, deve saper prendere l’iniziativa per risolvere i problemi. Questo si ottiene con esperienza e pazienza.
  • Sente forte il desiderio di compiacere l’istruttore, oltre alla motivazione del rinforzo positivo.
  • Il cane dev’essere costante. A volte la posizione di un oggetto o di una persona può essere difficile da trovare e, quindi, l’operazione può diventare lunga e frustrante. Il cane deve persistere senza abbassare mai l’intensità della ricerca.
  • L’animale deve essere resistente e robusto. Un cane da ricerca e salvataggio, specialmente in ambiti come terremoti, catastrofi e in condizioni di freddo e oscurità, dev’essere capace di andare avanti con l’attività, per poter aumentare le probabilità di successo delle operazioni.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.