Classificazione e identificazione dei cetacei

L'esistenza dei cetacei, comparsi per la prima volta sulla Terra circa 50-70 milioni di anni fa, ha svolto un ruolo chiave nella diversificazione della vita sul pianeta.
Classificazione e identificazione dei cetacei

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2020

Il Consiglio superiore per la ricerca scientifica (CSIC) stima che ci siano circa un milione di specie diverse di esseri eucarioti nell’oceano. I cetacei, discendenti dei mammiferi terrestri che hanno saputo adattarsi alla vita acquatica, sono un chiaro esempio di biodiversità e strategie di sopravvivenza. In questo articolo, troverete la classificazione e identificazione dei cetacei.

Cosa sono esattamente i cetacei?

La classificazione e l’identificazione dei cetacei non è un compito facile: l’ordine dei cetacei comprende non meno di 80 specie animali diverse.

Quando ci riferiamo ai cetacei, ci riferiamo all’ordine, cioè alla categoria tassonomica tra la classe e la famiglia. La tassonomia ci aiuta a classificare e ordinare la natura in diverse specie e sottospecie in base alle loro caratteristiche genetiche.

La parola “cetaceo” viene dal latino cetus (grande animale marino) e a sua volta dal greco ketus (mostro marino). Le specie più antiche, che fanno parte del sottordine Archeoceti, vivevano nelle paludi e acque marine poco profonde circa 30 milioni di anni fa.

I cetacei sono mammiferi a sangue caldo che respirano con i polmoni. Sono anche vivipari, quindi danno alla luce vivi i loro piccoli, che allattano fino ad una certa età e che possono nutrirsi di cibo solido.

Nel corso dei secoli, il corpo dei cetacei ha realizzato degli interessanti adattamenti all’ambiente acquatico: è fusiforme, cioè ha la forma di un fuso, che permette loro di muoversi con agilità nell’acqua, e gli arti anteriori si sono trasformati in pinne.

Hanno anche una pinna dorsale o caudale, solitamente situata nella parte inferiore, che stabilizza il corpo dell’animale. Ad ogni modo, le caratteristiche anatomiche cambiano a seconda della specie.

Classificazione e identificazione dei cetacei

L’ordine dei cetacei è uno tra i più diversificati del pianeta. Comprende due sottordini viventi e uno estinto, gli Archeoceti. Le specie viventi possono essere classificate come segue:

  • Sottordine Mysticeti. Comprende balene laminate, cioè che possiedono delle strutture situate nella mascella superiore che consentono loro di filtrare il plancton dall’acqua. In questo sottordine troviamo le famiglie Balaenidae, Balaenopteridae, Eschrichtiidae e Neobalaenidae.
Balena fuori dall'acqua.
  • Sottordine Odontoceti. Include i cetacei con denti, come i delfini e le orche. Le famiglie di questo sottordine sono Delphinidae, Iniidae, Platanistidae, Photocoenidae, Physeteridae, Kogiidae, Ziphiidae e Monodontidae.

Dai nomi in latino potreste non riconoscerli, ma sappiate che questi sottordini includono i mammiferi marini noti a tutti: se i Mysticeti includono praticamente la maggior parte delle balene conosciute, gli Odontoceti includono delfini, orche, capodogli e beluga, tra gli altri. Gli Archeoceti, oggi estinti, sono costituiti da antenati quadrupedi che non avevano ancora acquisito le caratteristiche distintive dei cetacei come li conosciamo oggi.

Lo stato precario delle balene blu, i mammiferi marini più maestosi

Secondo l’International Whaling Commission – IWC dal suo acronimo in inglese – ci sono due tipi di minacce che possono mettere a rischio la sopravvivenza dei cetacei: le minacce mortali a breve termine, come la caccia e gli incidenti con le reti e l’attrezzatura da pesca; e le minacce a lungo termine, come la degradazione del loro ecosistema o l’inquinamento.

La Lista rossa delle specie minacciate dell’Unione internazionale per la conservazione della natura – IUCN – attualmente include 8 delle 13 grandi specie di balena, tra cui la balenottera azzurra, dichiarandole in serio pericolo di estinzione.

La balenottera azzurra è minacciata dalla caccia e dalla commercializzazione di carne e olio di balena, ma anche dai cambiamenti climatici, che hanno causato una consistente diminuzione del krill disponibile, sua fonte primaria di cibo.

Altri fattori di rischio sono le collisioni con le navi e l’inquinamento delle acque marine. Nonostante da decenni ormai la balenottera azzurra sia inclusa tra le specie protette, la situazione purtroppo non sembra migliorare.


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