Come fanno i cani a riconoscere i membri della famiglia?

Vi siete mai chiesti come fanno i cani a distinguere i visi conosciuti da quelli sconosciuti? Su I Miei Animali vi parliamo in dettaglio di questo fenomeno.
Come fanno i cani a riconoscere i membri della famiglia?
Alejandro Rodríguez

Scritto e verificato il biotecnologo Alejandro Rodríguez.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Per gli esseri umani, riconoscere i visi familiari o conosciuti è un compito più o meno semplice, in gran parte facilitato dal nostro sviluppo neurologico. Ma forse non ci siamo mai soffermati a pensare come fanno i cani a riconoscere i loro simili e gli altri esseri a loro vicini. In questo articolo vi diamo tutti i dettagli al riguardo.

Il cane e i suoi sensi

Non ci sono dubbi sul fatto che i cani sono tra gli animali da compagnia più fedeli e inseparabili. Molto probabilmente sono i primi a sentirci quando arriviamo a casa e ci accolgono subito con grande entusiasmo. È risaputo da tutti che parte di questa loro velocità nel riconoscerci si deve all’eccellente olfatto di cui dispongono.

Potremmo dire che l’olfatto è il senso più sviluppato dei cani. Un esempio è la quantità di recettori olfattivi che possiedono: si calcola che tra i 200 e i 300 milioni, un numero enorme se lo paragoniamo ai cinque milioni dell’essere umano. L’olfatto dei cani è senza dubbio uno dei loro “strumenti” più affidabili allo scopo di riconoscere oggetti o persone.

Ma è evidente che, oltre all’olfatto, anche l’udito e la vista sono sensi molto importanti in questi animali. Ed è proprio la combinazione di olfatto e vista che ci permette di capire come fanno i cani a riconoscere le diverse persone o animali.

Cane che guarda in viso il padrone

Come fanno i cani a riconoscere i loro padroni?

Esistono diversi studi e ricerche che affermano che quando un cane vede un viso, vengono stimolate le stesse aree della corteccia cerebrale che si attivano negli esseri umani. Questo vuol dire che i cani si avvalgono della loro vista per distinguere i volti familiari e quelli sconosciuti.

Andando oltre, vi sono prove scientifiche del fatto che i cani si affidano al riconoscimento puramente facciale: in altre parole, gli basta guardare un viso per capire se è conosciuto o meno. In questo senso, si sa anche che incontrano maggiori difficoltà a riconoscere il viso del proprio padrone quando questo è coperto. Forse è in questi casi che entra più in gioco il loro avanzato senso dell’olfatto.

Cani che si salutano

Ma oltre al mero riconoscimento facciale, i cani possono distinguere anche le diverse espressioni che siamo in grado di adottare. E, dato piuttosto curioso, si sa che questi animali preferiscono vedere i volti dei loro simili piuttosto che di un essere di un’altra specie.

Sono in grado di riconoscere i loro familiari canini?

Ora che abbiamo risolto il “mistero” di come fanno i cani a riconoscere i loro padroni, la seguente domanda è se questa capacità è trasferibile ai membri della loro famiglia canina. E per rispondere, dobbiamo rivolgerci ancora una volta alla scienza e alla ricerca.

Gli esperimenti condotti a tale proposito consistevano nel mettere dei cuccioli davanti a due cagne adulte, una delle quali era la loro madre. I risultati hanno mostrato che nella maggior parte dei casi, i cuccioli preferivano avvicinarsi e trascorrere più tempo con la madre biologica.

Cucciolo di cane e madre

E quando il cucciolo cresce e diventa adulto? Per verificare se questo riconoscimento persistere anche in età adulta, si è fatto uso di indumenti impregnati dell’odore della madre biologica e di quello di esemplari della stessa razza ed età. Il risultato è stato ancora una volta positivo, in quanto i cani, di quasi due anni di vita, erano ancora in grado di riconoscere l’odore della madre sebbene ne fossero stati separati da tempo.

Non si conosce ancora con esattezza il meccanismo biochimico alla base di questo fenomeno, ma si tratta senz’altro di un’ulteriore prova della capacità dei cani di riconoscere i loro cari, umani e no.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Racca, A., Amadei, E., Ligout, S., Guo, K., Meints, K., & Mills, D. (2010). Discrimination of human and dog faces and inversion responses in domestic dogs (Canis familiaris). Animal cognition13(3), 525-533.
  • Thompkins, A. M., Lazarowski, L., Ramaiahgari, B., Gotoor, S. S. R., Waggoner, P., Denney, T. S., … & Katz, J. S. (2021). Dog–human social relationship: representation of human face familiarity and emotions in the dog brain. Animal cognition, 24(2), 251-266.
  • Hepper, P. G. (1994). Long-term retention of kinship recognition established during infancy in the domestic dog. Behavioural processes, 33(1-2), 3-14.
  • Lezama-García, K., Mariti, C., Mota-Rojas, D., Martínez-Burnes, J., Barrios-García, H., & Gazzano, A. (2019). Maternal behaviour in domestic dogs. International journal of veterinary science and medicine, 7(1), 20-30.
  • Jenkins, E. K., DeChant, M. T., & Perry, E. B. (2018). When the nose doesn’t know: Canine olfactory function associated with health, management, and potential links to microbiota. Frontiers in veterinary science, 5, 56.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.