Febbre aftosa nel bestiame

Questa malattia danneggia fondamentalmente gli animali da fattoria, sebbene sia possibile che colpisca anche determinate specie selvatiche. Il contagio avviene per via aerea o tramite l'acqua inquinata.
Febbre aftosa nel bestiame
Eugenio Fernández Suárez

Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

La febbre aftosa è causata da un virus conosciuto come Aphthovirus, che causa una malattia molto contagiosa nel bestiame vaccino e porcino. È anche possibile colpisca pecore, capre, antilopi, giraffe o elefanti.

La causa di questa malattia venne scoperta solo alla fine del XIX secolo, sebbene si abbia prova della sua esistenza da circa 500 anni. In quel periodo un monaco veneziano descrisse i sintomi della malattia nelle mucche del monastero. La malattia ebbe, tuttavia, ripercussioni internazionali solo in seguito alla sua espansione dopo la Seconda Guerra Mondiale, sebbene sia stata sradicata in numerosi paesi.

Attualmente questa malattia è endemica di molti paesi asiatici e africani. Invece, nella maggior parte di America, Europa ed Australia, questa malattia non colpisce il bestiame, sebbene possano sempre comparire focolai a causa degli scambi commerciali con altre nazioni.

Come si contagia la febbre aftosa?

Il virus che causa la malattia può essere presente nella maggior parte delle escrezioni e secrezioni degli animali colpiti del gregge e può fuoriuscire attraverso latte e flusso seminale. Inoltre, gli animali guariti o vaccinati possono agire come portatori, pertanto potrebbe rendersi necessaria la quarantena.

Il virus può essere trasmesso ad altri animali per via aerea o tramite il consumo di acqua o cibo inquinato con le secrezioni degli animali infetti. Le afte causate da questa malattia contengono una grande quantità di virus. È importante segnalare che tale malattia non è una zoonosi, quindi non colpisce gli esseri umani.

La febbre aftosa deve essere combattuta seriamente, in quanto esiste un grande rischio di propagazione con l’arrivo di nuovi animali, l’esistenza di installazioni o materiali contaminati e persino per la presenza di carta di prodotti di origine animale o capi di abbigliamento.

Maialino

La febbre aftosa è una malattia causata da un virus conosciuto come Aphthovirus ed è molto contagiosa nel bestiame vaccino e porcino, sebbene possa anche colpire pecore, capre, antilopi, giraffe o elefanti.

Sintomi della febbre aftosa

Anche se la gravità della sintomatologia dipenderà dalla varietà del virus e da altri fattori come la specie o l’età dell’animale, esistono una serie di sintomi tipici: quelli che danno il nome alla malattia. Essa produce febbre e la presenza di afte e bolle in tutti gli elementi del cavo orale, nel naso, nelle mammelle e tra le zampe.

Mamma e cucciolo di elefante

Possono prodursi dolorose zoppie e infezioni secondarie dopo la rottura delle vesciche. Gli animali presentano anche debolezza e possono salivare molto, oltre che perdere appetito e peso. Le vesciche di solito guariscono in una settimana, tuttavia la malattia può avere conseguenze sul cuore dei nostri animali e sulla loro crescita.

Diagnosi e prevenzione della febbre aftosa

Come sempre vi consigliamo, la diagnosi è interamente responsabilità del veterinario, che dovrà cercare i sintomi della malattia, come le vesciche e la zoppia e realizzare altri esami per arrivare a una conclusione. 

È importante che di fronte a qualsiasi sospetto della malattia si avvertano le autorità competenti per poter mantenere sotto controllo la situazione, cosa che eviterà che anche altre fattorie o allevamenti si vedano pregiudicati. I consigli che le istituzioni europee hanno diffuso sono i seguenti:

  • Controllare l’arrivo di nuovi animali nella fattoria.
  • Controllare l’accesso di persone nell’allevamento.
  • Mantenere l’igiene di veicoli e installazioni.
  • Eliminare efficacemente i residui.
  • Effettuare visite veterinarie regolari.

Rispettando tali indicazioni, sarà molto complicato che la malattia colpisca i nostri animali. Infatti, come già detto, la malattia è stata sradicata nella maggior parte del continente europeo. 


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.