Perché gli ippopotami sono pericolosi

Perché gli ippopotami sono pericolosi

Ultimo aggiornamento: 20 giugno, 2018

E’ sbagliato pensare che un animale di grandi dimensioni, e in evidente ‘sovrappeso’, sia innocuo a priori e non abbia la capacità di attaccare. Ciò succede spesso, soprattutto se questo essere vivente è magari erbivoro e mangia solo foglie e verdure. Anche in natura, l’apparenza inganna. Sapevate che gli ippopotami sono pericolosi? In questo articolo vi spiegheremo perché.

Gli ippopotami sono pericolosi… più dei leoni!

Se vi chiedessimo “qual è l’animale africano più spericolato?”, molti di voi risponderebbero in modo alquanto scontato. Il leone, o forse il leopardo. Attenzione però: risposta sbagliata! Che ci crediate o meno, è proprio l’ippopotamo il più pericoloso del continente. Infatti, questo mammifero erbivoro è quello che causa il maggior numero di vittime all’anno, in tutta l’Africa.

Gruppo di leoni riposano all'ombra nella savana

Supera perfino il temutissimo coccodrillo del Nilo, che è il più grande della sua specie e considerato un nuotatore agile e assai abile nel mimetizzarsi. Perché può cacciare animali molto più grandi di lui, attaccando dall’acqua e cogliendo di sorpresa le sue vittime.

L’ippopotamo può sembrare molto tenero e persino simpatico, per via della sua fisionomia tozza e voluminosa, le sue grandi narici e i suoi piccoli occhi. Tuttavia, è classificato come l’animale più aggressivo del mondo. Il fatto è che sono animali per nulla timidi, non hanno paura di affrontare possibili minacce e si sentono molto sicuri di loro stessi. Con i loro denti sono in grado di provocare ferite letali a nemici di tutto rispetto come alligatori e coccodrilli.

Un piccolo alligatore tra le rocce

Il fatto è che l’ippopotamo è un animale molto territoriale e dominante. Non ama dover condividere un determinato spazio, come uno stagno o una palude. Cerca sempre un modo per monopolizzare il più ampio spazio disponibile con acqua e fango, che gli permetta di rinfrescarsi con tutta la sua famiglia. Non è affatto un “vicino” amichevole, ma con il quale si rischia sempre di avere problemi.

L’atteggiamento cambia quando si trova sulla terraferma. Qui, il suo proverbiale malumore è meno evidente. Almeno finché c’è abbastanza cibo per tutto (circa 40 kg di erba fresca al giorno). Senza sufficiente alimentazione e acqua fresca, il lato aggressivo dell’ippopotamo esploderà con una violenza massima.

Mentre i maschi sono più selvaggi in termini di difesa del territorio, le femmine diventano davvero ingestibili durante l’allattamento e fino allo svezzamento dei cuccioli. Qualsiasi mamma ippopotamo sarà pronta a caricare contro un leone, una iena o un cacciatore nel momento in cui avverta una possibile minaccia per i propri piccoli.

Gli ippopotami attaccano le persone?

Finora abbiamo parlato del comportamento ostile che gli ippopotami possono avere nel loro ambiente naturale, contro i propri simili o possibili predatori. Un’aggressività istintiva innescata dalla difesa del territorio, del cibo, della prole. Ma come mai, e in che situazioni, un ippopotamo decide di attaccare gli esseri umani?

Sono noti episodi in cui questi mammiferi hanno attaccato deliberatamente barche di pescatori e turisti. O hanno ucciso persone che nuotavano nelle acque di laghi e fiumi, in Africa. Fondamentalmente, questo è perché per un ippopotamo, ogni uomo rappresenta una minaccia per la sua tranquillità e il suo ambiente. Nel loro DNA la parola “essere umano” è sinonimo di “pericolo”.

Ippopotamo adulto a fil d'acqua con la testa girata

Questo istinto territoriale è ciò che provoca una reazione che può essere mortale in molti casi. E, ciò che è ancora più curioso, è che l’ippopotamo non uccide l’uomo (o qualsiasi altro animale che lo infastidisce) per nutrirsi. Lo ripetiamo: sono mammiferi erbivori!

Quando il cibo o l’acqua scarseggia, gli umani o altri mammiferi sono visti come nemici che possono minacciare la loro preziosa razione di frutta, foglie e piante.

Quando attaccano, usano la loro forza e il loro grande peso. Un esemplare maschio può pesare da 3 a 5 tonnellate a seconda dell’età. Inoltre, come detto poco fa, la loro arma più temibile sono le loro zanne. Questi denti, lunghi quasi mezzo metro, possono schiacciare rami anche molto spessi e provocare lesioni letali.

Certamente non stiamo parlando di un animale né agile né svelto. Ma, in realtà, l’ippopotamo ha la capacità di correre fino a 45 km/h, e quando è accecato dalla rabbia, niente e nessuno è in grado di fermarlo. Immaginate le conseguenze di un animale di 5 tonnellate che vi piomba addosso alla velocità di un motorino…

Questo comportamento aggressivo e territoriale è ciò che alla fine ha permesso alla specie di sopravvivere. Hanno pochissimi predatori in natura di cui preoccuparsi. Nessun felino, per quanto possa essere affamato o disperato, oserà misurarsi con un animale così grande e altamente furioso.

Gli ippopotami sembrano tenere e amichevoli? In realtà lo sono: basta non farli arrabbiare. Qualsiasi essere vivente che vive allo stato selvatico, e che non è abituato al contatto umano, può infatti diventare aggressivo e rispondere con violenza al sentirsi minacciato o se si invade il suo territorio.


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