Il cane nella preistoria: quale ruolo aveva?

Il cane nella preistoria ha assolto la funzione di guardia, pastore, cacciatore e amico dell'essere umano. Scoprite quando si è forgiata questa indissolubile relazione di simbiosi.
Il cane nella preistoria: quale ruolo aveva?

Ultimo aggiornamento: 10 settembre, 2020

Il cane nella preistoria ha avuto un ruolo speciale nella vita degli esseri umani, e lo mantiene ancora oggi. In quanto animale da guardia, pastorizia, lavoro e compagnia, il cane ha aiutato gli umani sin dagli albori.

Sapete quando è iniziata questa simbiosi ancestrale? Vi siete mai chiesti quali indizi esistono della convivenza tra persone e cani? In questo articolo rispondiamo a queste e molte altre domande.

Il cane nella preistoria aiutava gli umani a cacciare

Le pitture rupestri e i resti fossili offrono utili indizi agli archeologi sulla vita dei nostri antenati. Le prime prove della convivenza con i cani risalgono a circa 11500 anni fa, nel continente asiatico.

Ciononostante, si crede che la convivenza e l’addomesticamento del cane abbiano avuto inizio molto prima. L’introduzione dei cani come aiutanti durante la caccia spiegherebbe il grande aumento di lepri e altre piccoli prede nei resti archeologici del Neolitico.

Un caso emblematico è il giacimento di Shubayqa 6 nel Nord-Est della Giordania: le ossa trovate presentavano segni che indicavano che erano passate nell’apparato digerente di un animale. Erano troppi grandi per essere stati inghiottiti dagli umani, motivo per cui potrebbero essere stati digeriti da cani che vivevano e mangiavano insieme alle persone.

Questi cani non si tenevano alla larga degli insediamenti preistorici, bensì erano coinvolti in tutti gli aspetti della vita quotidiana degli umani. Ciò spiegherebbe la presenza dei loro resti, l’aumento di prede più piccole, che aiutavano a cacciare, gli alimenti digeriti e persino feci fossilizzate nei giacimenti umani preistorici.

Cani raffigurati nelle pitture rupestri.

I cani nelle pitture rupestri

Anche nella penisola arabica sono state trovate prove del fatto che nella preistoria l’uomo si faceva aiutare dai cani nella caccia. Pitture rupestri risalenti a 8000 anni raffigurano diverse volte la figura di un cane che accompagna gli umani durante la caccia di gazzelle, stambecchi ed quini oppure in difesa del bestiame.

L’aspetto più curioso è che questi cani sono rappresentati con collari attorno al collo e ricordano la razza Canaan dog. Hanno tutti le orecchie dritte, musi corti, petti profondi e code arrotolate.

L’amicizia del cane e dell’umano nella preistoria

I cani non erano solo animali da lavoro, i resti archeologici suggeriscono infatti che già nella preistoria esistevano vincoli affettivi tra cani e umani. La tomba di Bonn-Oberkassel, che risale a circa 14000 anni fa, conteneva gli scheletri di un uomo anziano e di una donna più giovane insieme ai resti incompleti di due cani.

E non è il solo fatto di condividere la tomba con la coppia di umani ad attirare l’attenzione; i denti di uno dei cani indicano un’infezione da cimurro, che probabilmente ne causò la morte, ma sembra che la malattia abbia impiegato diverso tempo prima di acuirsi e che l’animale sia sopravvissuto più di quanto sperato.

Questo fatto porta i ricercatori a pensare che il cane, invece di essere stato abbandonato perché inadatto al lavoro, riuscì a sopravvivere di più grazie alle attenzioni e alle cure ricevute. Sembra dunque che la relazione tra i cani e le persone non fosse solamente utilitaria, ma che si trattasse di un vincolo emotivo e affettivo.

Sebbene il cane discenda dal lupo, l’addomesticamento e la selezione artificiale lo ha reso molto diverso dai suoi antenati preistorici. Oggi, di fatto, le diverse razze di cani sono più relazionate tra loro che con i lupi attuali.

Bassotto mascherato da archeologo.

I caratteri giocherelloni, la docilità e le abilità sociali acquisite dopo migliaia di anni di compagnia con l’essere umano hanno legato sempre più i cani alla nostra specie. Questo nonostante il loro ruolo iniziale fosse quello di animali da lavoro.

Una simbiosi ancestrale

Chi possiede un cane, dunque, ha in casa un compagno evolutivo. I cani hanno imparato a interpretare il nostro linguaggio, a integrarsi nelle società umane con fini che vanno ben oltre l’utilitarismo e in numerose occasioni ci hanno persino salvato la vita.

Una cosa su tutte ci è chiara ogni volta che guardiamo un cane negli occhi: la società, così come la conosciamo oggi, non sarebbe la stessa se questa specie non fosse presente nel mondo.


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