Il ciclo di vita dei toporagni

Il ciclo di vita dei toporagni

Ultimo aggiornamento: 21 maggio, 2018

Sono mammiferi piccoli e teneri, conosciuti per il loro muso allungato. E, nonostante le apparenze, non sono roditori bensì lontani parenti delle talpe. Oltre a svelarvi curiosità e caratteristiche di questi graziosi animaletti, distribuiti in quasi tutto il pianeta, in questo articolo vi parleremo del ciclo di vita dei toporagni.

Caratteristiche dei toporagni

Questi mammiferi placentati sono tra i più piccoli che esistono nel regno animale. La più grande specie – Suncus murinus – è originaria dell’Asia tropicale, misura solo 15 centimetri e pesa circa 100 grammi. Il più piccolo – Scuscus etruscus – è originario dell’Europa meridionale e dell’Africa settentrionale, non supera i 5 centimetri di lunghezza e pesa appena 3 grammi.

Nonostante le loro piccole dimensioni, i toporagni sono tra gli animali più attivi del pianeta. Possono cacciare e andare in cerca di cibo giorno e notte sfruttando solamente il loro tatto, dal momento che la loro vista è molto scarsa. Ogni giorno, sono in grado di ingerire una quantità di cibo equivalente al loro peso. Se trascorrono più di quattro ore senza mangiare, subiscono uno scompenso così grave che può causargli persino la morte.

La dieta del toporagno si basa principalmente su piccoli insetti, sebbene possano mangiare altri invertebrati e persino carogne, piccoli topi e lucertole. Se necessario, producono una saliva velenosa – proprio come le talpe – capace di paralizzare prede come i lombrichi.

Nonostante le sue piccole dimensioni, il toporagno è in grado di difendersi dai predatori, anche notevolmente più grandi, grazie all’odore sgradevole prodotto dalle sue speciali ghiandole odorifere.

un toporagno esce dalla sua tana

Questo particolare “aroma” rende i toporagni meno attraenti o interessanti per potenziali predatori, come ad esempio procioni, cani e gatti. Tuttavia, non ha quasi alcun effetto su rapaci e gufi, che li puntano da lunghe distanze, piombandogli addosso in maniera repentina.

In totale, ci sono più di 200 specie di toporagni, la maggior parte dei quali terrestri. Preferiscono vivere in luoghi con alta umidità, terreni rocciosi e dove la vegetazione è abbondante. Parliamo, in particolare, di foreste, fienili e pascoli. Scelgono anche aree con una grande diversità di fauna per poter soddisfare la loro fame ossessiva, che li porta a cercare nuove prede ogni 2-3 ore.

Ciclo di vita dei toporagni

E’ capace di sfruttare al massimo le condizione del suo habitat. Infatti, il toporagno costruisce nidi sferici usando erba e foglie, che poi posiziona in fori già esistenti nel terreno.

Il periodo di riproduzione avviene tra i mesi di febbraio e settembre, anche se è più comune a maggio e giugno, quando le temperature aumentano. La gestazione dura circa un mese e, la cucciolata può essere composta da 2 a 9 piccoli.

particolare della testa e del muso di un piccolo toporagno

I cuccioli di toporagno nascono privi di pelliccia e pesano meno di un grammo. La prima settimana seguono la madre in “fila indiana”, uno dopo l’altro e si aggrappano alla coda del fratellino che hanno davanti. Hanno ancora gli occhi chiusi, quindi questo è l’unico modo per non perdere il contatto dalla madre.

La vista, che come abbiamo detto è molto scarsa, viene acquistata mentre si completa la crescita della pelliccia. Già cresciuti, continuano a venire allattati dalla madre fino alla terza settimana di età. Terminata con successo questa prima fase, i genitori hanno ora il compito di difendere la tana. Possono essere molto aggressivi con gli intrusi, nonostante le loro piccole dimensioni, se avvertono una qualche minaccia nei confronti della loro prole.

Subito dopo lo svezzamento, i toporagni acquistano la capacità di riprodursi. Attenderanno fino al successivo periodo di calore delle femmine per accoppiarsi e creare una nuova famiglia.

I toporagni non vanno in letargo e hanno un’aspettativa di vita realmente bassa: appena un anno… Per questo motivo, sono conosciuti per essere i mammiferi meno longevi del pianeta. Se sono in cattività e ricevono le cure necessarie, possono però raggiungere persino i quattro anni di vita.


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