Il turismo selvaggio danneggia 500.000 animali l'anno

Il turismo selvaggio danneggia 500.000 animali l'anno

Ultimo aggiornamento: 21 aprile, 2016

Chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita di andare nel deserto e farsi una foto in groppa a un cammello oppure in Oriente per immortalare il momento in cui si ha al collo un serpente o in braccio una scimmietta che chiede l’elemosina dopo che il suo padrone ha dato spettacolo? Vi siete mai chiesti, però, quali siano le condizioni di vita di questi animali? Qui troverete la risposta.

Cosa ne pensano i viaggiatori?

cane-in-macchina

In un settore come quello del turismo selvaggio in cui, sfortunatamente, si fa ancora ben poco per preservare la cura e la salvaguardia delle specie animali, accedendo ai forum sui viaggi si possono notare diversi commenti tendenzialmente positivi al riguardo. Ciò può essere dovuto al fatto che in molti ignorano lo stato in cui si trovano gli animali vittime di questo tipo di turismo, o almeno così ci piace pensare.

Kenya, Messico, Indonesia o Australia… sono centinaia i biglietti aerei in vendita ogni giorno verso paesi come questi, e uno degli obiettivi di chi li compra è poter assistere alla vita degli animali selvaggi nel loro habitat naturale. Non importa che si tratti di canguri, zebre, koala, squali… Qualsiasi animale va bene per godersi un’esperienza unica. Quali sono però le conseguenze di tutto ciò sugli animali?

L’effetto del turismo selvaggio sugli animali

È possibile suddividere il turismo selvaggio in due categorie:

  • Passivo
  • Attivo

Quali sono le differenze tra i due? Il turismo passivo è quello in cui ci si limita ad osservare gli animali; quello attivo implica l’interazione con gli animali stessi, come nuotare in acqua con gli squali o passeggiare per il deserto su un cammello. In entrambi i casi, gli animali possono subire terribili conseguenze.

Nel primo caso, i problemi sembrerebbero non sussistere. In molti potrebbero pensare che, poiché gli animali rimangono nel loro habitat naturale, le conseguenze per loro sono nulle. In realtà, non è del tutto vero. Capita molto spesso che i turisti superino il limite, cercando di avvicinarsi sempre di più. Inoltre, paesi come il Kenya promuovono attività quali i safari, per non parlare di come molti corrompano gli operatori locali per potersi portare a casa un trofeo.

In alcuni casi, i turisti passivi offrono agli animali cibo che non fa bene per il loro organismo. Una volta cresciuti, alcuni di questi animali selvaggi vengono anche comprati per la caccia sportiva oppure drogati per diventare fenomeni da baraccone. Non vi sembra crudele?

Nel caso del turismo attivo, come per esempio l’attività di montare a cammello o nuotare con gli squali o con i delfini, questi animali sono costretti a vivere in situazioni precarie, maltrattati e malnutriti. Volete davvero essere complici di una simile barbarie?

Sfortunatamente, l’insieme di questi comportamenti ci rende testimoni ogni anno della perdita di 500.000 animali, arrivando talvolta all’estinzione di intere specie. Non vi sembra triste?

Perché nessuno ferma il turismo selvaggio?

La risposta è molto semplice. Il motivo è lo stesso per cui non si frena la vendita del tabacco o delle droghe: il denaro. Il turismo selvaggio, sia attivo che passivo, smuove migliaia di milioni ogni anno. Affinché vi possiate fare un’idea, ecco a voi qualche cifra:

  • Fiji. Una delle principali attrazioni di turismo selvaggio del posto, le immersioni con gli squali, fa girare 42,2 milioni di dollari ogni anno.
  • Palau. La stessa attrazione delle isole Fiji smuove 18 milioni, per non menzionare i 36,6 delle Maldive.
  • Kenya. Il paese che batte qualsiasi altro sul piano del turismo selvaggio, dove, grazie ai safari, entrano ogni anno migliaia di milioni di dollari.

Le vite degli animali in gioco sono moltissime, ma a quanto pare i grandi gestori leader del mercato del turismo selvaggio si curano soltanto dei milioni di soldi in ballo. Il nostro consiglio è questo: non siate complici di atti atroci e terribili come quelli descritti.

Come evitare che tutto ciò accada

delfino

La risposta è semplice: non pagate per nessun tipo di spettacolo che coinvolga gli animali. Non ce n’è neanche bisogno. Esistono milioni di posti al mondo in cui poter guardare gli animali all’interno del loro vero habitat naturale.

Per esempio, in Venezuela potrete apprezzare la vista da lontano dei flussi migratori delle tartarughe marine. In Costa Rica è possibile avvistare le balene così come a Panama i delfini, le stelle marine, i quetzal splendenti, iguane, pappagalli e molti altri.

Perché pagare per qualcosa che ci è stato donato gratis nel nostro pianeta terra? La vostra coscienza, inoltre, rimarrà pulita, poiché saprete di non essere complici della sofferenza di un animale. Pensateci.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.