La coprofagia nel mondo degli animali

Il termine coprofagia allude alle abitudini alimentari di alcuni esseri viventi che si cibano di feci. Per quanto possa sembrare sgradevole, questa strategia offre numerosi benefici all'esemplare che vi ricorre e agli ecosistemi.
La coprofagia nel mondo degli animali
Samuel Sanchez

Scritto e verificato il biologo Samuel Sanchez.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Siamo soliti classificare gli esseri viventi sulla base alla loro dieta in erbivori, onnivori e carnivori. Pur così, tra l’erba e la carne vi è un ampio spettro: gli animali ematofagi, detritivori o i coprofagi, spesso esclusi dalle tradizionali classificazioni. In questo articolo vi parliamo dell’ultimo gruppo, ovvero degli animali che praticano la coprofagia.

Ci riferiamo con ciò a tutti gli esseri viventi che si nutrono di feci. Vi invitiamo a proseguire la lettura perché, seppur possa suscitare un certo disgusto, questa strategia evolutiva cela sorprendenti meccanismi di sfruttamento della materia organica.

Cos’è la coprofagia?

Un animale coprofago si nutre quasi unicamente di escrementi che provengono da altri animali. I coprofagi non possono sopravvivere ricorrendo ad altre fonti di nutrienti.

In diversi mammiferi di grandi dimensioni, nei roditori e persino tra i cani possono verificarsi isolati episodi di coprofagia, come vedremo nelle seguenti righe.

Sebbene diversi animali mostrino occasionali comportamenti coprofagi, solo quelli che basano la loro dieta, e di conseguenza la loro vita, sull’ingestione di feci rientrano nel gruppo dei coprofagi. Non è pertanto rischioso generalizzare e dire che si tratta di una strategia unica tra gli insetti.

Come vengono processate le feci?

Sebbene possa sembrare ironico, questa fonte alimentare deve essere processata in qualche modo prima che gli insetti, soprattutto scarabei e larve, possano consumarla. Sono stati osservati tre diversi comportamenti:

  • Un primo gruppo, formato dagli scarabei stercorari, staccano una sezione dell’escremento con cui formano un palla. Con essa percorrono una certa distanza e poi la sotterrano. Gli adulti si nutrono di questa risorsa e depongono persino le uova nella materia fecale affinché le larve abbiano accesso ai nutrienti fino al loro completo sviluppo.
  • Anche nel secondo gruppo, formato da diverse specie tra cui molte appartenenti al genere Geotrupidae, gli scarabei trasportano gli escrementi in un luogo sicuro. A differenza degli scarabei stercorari, questi non formano una palla, bensì trasportano segmenti di materia fecale con le estremità anteriori e la testa. Il genere sopracitato costruisce tunnel molto complessi in cui immagazzina il cibo, che può arrivare a superare i due metri.
  • Un terzo gruppo, che ingloba soprattutto il genere Coprinae, preferisce costruire direttamente la tana sotto le feci e così avere facile accesso al cibo.
Comportamento dello scarabeo stercoraro.

Ogni specie coprofaga predilige le feci di un determinato animale, così come un preciso stato di essiccazione delle stesse. La maggior parte delle specie va in cerca degli escrementi degli ungulati, questo perché i carnivori assorbono maggiormente i nutrienti, motivo per cui le loro feci presentano uno scarso valore nutrizionale.

Coprofagia occasionale

Se ampliamo la definizione del termine “coprafagia”, scopriamo che diversi mammiferi mostrano occasionali comportamenti coprofagi:

  • I conigli e i porcellini d’India non possiedono un apparato dirigente sofisticato come quello dei ruminanti, dotati di stomaco multicamerale. Non possono pertanto ottenere i medesimi benefici dall’erba che ingeriscono e dopo aver evacuato delle palline chiamate ciecotrofi, le mangiano per digerirle nuovamente. Quando ottengono i nutrienti necessari, smettono di consumare le feci.
  • Tra alcuni grandi mammiferi, come gli elefanti o i koala, talvolta i cuccioli mangiano gli escrementi degli adulti. Questa pratica garantisce batteri essenziali per il corretto funzionamento dell’intestino, assenti alla nascita.
  • Anche i cani possono mostrare comportamenti coprofagi, ma da questa pratica non traggono benefici alla pari degli altri mammiferi elencati. La coprofagia nei cani, dunque, può essere la conseguenza di mancanza di attenzioni, stress, ansia o un ambiente insalubre.

L’importanza del riciclaggio

Gli insetti coprofagi in senso stretto sono essenziali per i cicli ecologici degli ecosistemi. La decomposizione degli escrementi e la loro fusione con il terreno affinché possano trarne vantaggio sia gli organismi microscopici sia le piante è un processo molto lento.

Gli scarabei, che staccano e trasportano la materia fecale, lo accelerano enormemente; oltre a ciò, fertilizzano in fretta i terreni.

Scarabeo stercoraro che spinge palla di feci.

Lo spargimento delle feci evita anche l’accumulo di agenti patogeni, contaminazione del terreno o sovrabbondanza di parassiti provenienti dalla materia fecale.

Per quanto possa apparire sgradevole, la coprofagia è una strategia evolutiva valida che apporta benefici a livello individuale ed ecosistemico.


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