Perché il mio cane non pensa ad altro che al cibo?

Perché il mio cane non pensa ad altro che al cibo?

Ultimo aggiornamento: 16 novembre, 2016

Rispetto a molti altri animali, i cani si contraddistinguono per una lunga serie di incredibili qualità. Sono le loro peculiarità, tuttavia, a renderli ancora più speciali. Una di esse è la ghiottoneria. Proprio così: i nostri amici pelosi sono dei veri mangioni, questa è la loro natura. Non stupitevi dunque se anche il vostro cane non riesce a smettere di pensare al cibo.

Siamo sicuri che spesso, quando siete in casa e state cucinando, il vostro piccolo amico accorre veloce, per raccattare qualsiasi rimasuglio di cibo vi sia caduto, come un’aspirapolvere. Non importa se abbia già mangiato o meno, continuerà a farlo. Come mai un cane non riesce a pensare ad altro che al cibo? Oggi risolveremo insieme questo enigma.

Se il vostro cane non riesce a smettere di pensare al cibo, è per una ragione biologica

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A quanto pare, la tendenza dei cani a mangiare tutto quel che capita loro a tiro sarebbe dovuta all’alterazione di un gene relativo all’obesità canina. Secondo gli studi, il fenomeno sarebbe maggiormente sviluppato nei labrador, il che spiegherebbe anche come mai questa razza sia così facile da addestrare utilizzando dei semplici biscotti.

La responsabile della ricerca è Eleanor Raffan, veterinaria presso l’Università di Cambridge. Stando ai risultati dei test, i labrador risultano essere chiaramente i cani più inclini all’obesità e a soffrire per la smania di ingerire qualsiasi cosa.

Lo studio ha coinvolto 18 esemplari di labrador obesi e 15 esemplari magri. Per prima cosa è stato riconosciuto il gene POMC come il responsabile dell’obesità e dell’ansia nei cani. Cosa lo rende tale?

Il gene POMC ha il compito di comunicare al cervello e allo stomaco che si è mangiato e che il cibo era sufficiente, generando una sensazione di sazietà che impedisce all’animale di ingerire ulteriore cibo. Tuttavia, l’alterazione del gene impedisce ai neuropeptidi e alle endorfine – le sostanze responsabili di generare il senso di sazietà – di svolgere il loro lavoro, portando l’animale a provare ansia.

È proprio per questo che, come già sottolineato prima, tale anomalia genetica spiegherebbe come mai i labrador siano così inclini ad essere addestrati per svolgere compiti di assistenza all’uomo.

Cani più adatti per l’assistenza?

Per addestrare questi animali al ruolo di cani guida, cani terapeutici o cani da assistenza, è sempre più frequente il ricorso al cibo come ricompensa, cosa che i cani amano. Questo può spiegare come mai la maggior parte degli esemplari designati a simili compiti siano Labrador.

Secondo quanto afferma Raffan, “è sorprendente come il loro attaccamento al cibo aumenti le possibilità che vengano scelti per compiti di assistenza o terapia rispetto ad altri cani di razze diverse”. Nonostante tale ipotesi appaia logica e del tutto plausibile, non è stata ancora provata a livello scientifico.

E se, per colpa del gene POMC, il mio cane non pensa ad altro che al cibo?

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Se il vostro cane soffre dunque per questa anomalia genetica, non preoccupatevi, potrà svolgere una vita normale. Tuttavia, sarà bene che prestiate maggiore attenzione. Ad esempio:

  • Controllate sempre le porzioni di cibo che gli date, e assicuratevi che faccia più attività fisica del normale.
  • Per non soffrire di obesità, non dovrà consumare troppe calorie.
  • Tenete il cibo sempre sotto controllo, che si tratti del suo mangime o del vostro cibo. Non lasciate la busta con i croccantini aperta o alla sua portata, altrimenti un giorno tornerete a casa e la troverete vuota.
  • Non permettetegli di restare in cucina mentre preparate da mangiare. Se necessario, chiudetelo in una stanza, così che non possa raggiungervi, e spazzate per bene per terra prima di farlo uscire.
  • Se il suo cibo è ricco di grassi, cambiatelo per del mangime più proteico, che lo aiuterà a perdere peso e a mantenere un livello di vita più sano.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.