Tutto sui coralli e le alghe microscopiche

In natura esistono numerosi esempi di simbiosi, come quella tra i coralli e delle minuscole alghe. La loro associazione è fondamentale per la formazione di uno degli ecosistemi più straordinari del pianeta, le barriere coralline.
Tutto sui coralli e le alghe microscopiche
María Muñoz Navarro

Scritto e verificato il biologo María Muñoz Navarro.

Ultimo aggiornamento: 27 dicembre, 2022

Le barriere coralline sono uno degli ecosistemi più ricchi della Terra. Infatti la Grande Barriera Corallina (lunga 2.600 chilometri), in Australia, è considerata l’essere vivente più grande del mondo, abitata da più di 1.800 specie diverse. In questo articolo, parliamo di coralli e alghe microscopiche.

Sapevate che le barriere coralline prosperano grazie alla simbiosi che stabiliscono con una particolare specie di alghe unicellulari?

In questo articolo vi sveleremo il segreto che permette a queste meravigliose strutture, costruite dai coralli, di sopravvivere e proliferare per milioni di anni. Vi diciamo tutto sui coralli e le alghe microscopiche.

La simbiosi tra i coralli e le alghe

In natura, sono molto comuni le relazioni tra due organismi di specie diverse. Questo legame è noto come simbiosi e può durare per tutta la vita.

Esistono diversi tipi di relazione simbiotica, a seconda di come si verifica questa associazione:

Nel caso della simbiosi mutualistica, gli organismi che interagiscono tra loro si avvantaggiano a vicenda. Nell’ecosistema marino, uno degli esempi più noti di simbiosi mutualistica è quello che si instaura tra i coralli e le alghe dinoflagellate fotosintetiche. Ma prima faremo una breve sintesi di cosa sono i coralli.

Cosa sono i coralli?

Le barriere coralline sono gigantesche strutture marine che si formano dagli scheletri di organismi noti come coralli. Ogni singolo corallo è un animale chiamato polipo, che si unisce agli altri per formare delle colonie.

Sub che si immergono nella barriera corallina.

Per farsi un’idea di cosa sono i polipi, si tratta di animali acquatici che appartengono alla stessa famiglia delle meduse e degli anemoni.

Hanno un corpo morbido, a forma di coppa, dalla cui estremità fuoriescono dei tentacoli come quelli delle meduse. Questi animali vivono attaccati a un substrato, come ad esempio il fondale marino, quindi non hanno la capacità di muoversi.

È importante sapere che non tutti i polipi partecipano alla formazione delle barriere coralline, ma che possiamo trovarli anche da soli, ancorati su una superficie. Attirano l’attenzione per le loro forme e i colori curiosi, che li fanno sembrare delle piante o degli alberi. Questo è il motivo per cui spesso vengono confusi con le specie vegetali.

I polipi

Questi animali invertebrati appartengono al phylum degli Cnidaria, e sono caratterizzati da protuberanze gelatinose e tentacoli aguzzi che usano per la caccia.

I polipi generano un esoscheletro duro dall’acqua di mare che serve a proteggere i loro corpi molli. Infatti, vivono negli esoscheletri dei loro antenati e simultaneamente secernono i propri.

Man mano che un polipo si moltiplica, si formano delle colonie che agiscono come un organismo indipendente. Così, la barriera corallina cresce per anni e raggiunge la lunghezza di migliaia di chilometri.

Sebbene questi organismi utilizzino spesso i loro tentacoli per ottenere il cibo come il plancton, la maggior parte dei nutrienti di cui hanno bisogno li ottengono nutrendosi di microalghe, con le quali instaurano un rapporto di simbiosi mutualistica.

Sono noti anche per intrattenere delle associazioni simbiotiche con altri esseri viventi come granchi, vermi, spugne e polpi.

Alghe dinoflagellate

Queste microalghe del genere Symbiodinium, comunemente note come pirrofite, peridinee o dinoficee, sono le principali responsabili del successo evolutivo dei coralli.

Le dinoflagellate sono considerate uno dei microrganismi eucarioti più importanti, in quanto sono la principale fonte di cibo degli oceani.

La simbiosi corallo-alga

Le dinoflagellate comprendono un gruppo di alghe endosimbiotiche fotosintetiche che forniscono colore e sostanze nutritive ai coralli. Allo stesso tempo, abitano il tessuto dei polipi, che offrono loro protezione.

Sub che scatta delle foto sott'acqua tra i coralli.

Le sostanze di scarto inorganiche generate dai coralli vengono utilizzate dalle dinoflagellate fotosintetiche. Da questi composti e dalla luce solare, le alghe produrranno le sostanze nutritive che verranno utilizzate dai coralli. Pertanto, le dinoflagellate promuovono la crescita e lo sviluppo delle barriere coralline.

Questo scambio è fondamentale affinché il corallo formi il suo esoscheletro composto da carbonato di calcio (CaCO3).

Sbiancamento dei coralli

Il cambiamento climatico è una delle principali preoccupazioni per la sopravvivenza delle barriere coralline. Lo stress e l’acidificazione degli oceani sono dovuti all’aumento della temperatura delle acque superficiali. Ciò influisce negativamente sui coralli, inibendone la crescita e la calcificazione a causa dei cambiamenti nel pH.

Pertanto, la simbiosi corallo-alghe viene destabilizzata, provocando la perdita di alghe, in particolare dei loro fotopigmenti, che si traduce a sua volta nella perdita di colore del tessuto corallino. Questo fenomeno è noto anche come “sbiancamento dei coralli”.

Esso influisce gravemente sulla salute dei polipi, con il cambiamento climatico che causa la morte delle colonie e il degrado delle barriere coralline.

Veduta aerea dei coralli di Raja Ampat.

Ridurre le emissioni: la nostra principale preoccupazione

Come abbiamo visto, le barriere coralline sono una delle strutture marine più sorprendenti che la natura ci abbia regalato. Tuttavia, i coralli non potrebbero sopravvivere se non fosse per la moltitudine di specie che li abitano e rendono possibile la loro proliferazione.

Il rapporto di simbiosi tra coralli e alghe è fondamentale per la sopravvivenza delle barriere coralline, così come il fatto che i raggi del sole raggiungano la loro superficie. Ma ancora una volta l’azione dell’uomo distrugge la natura, provocando la progressiva scomparsa degli ecosistemi delle barriere coralline.

Pertanto, dobbiamo essere consapevoli di questo danno e ridurre le emissioni globali per proteggere e preservare questi esseri viventi.


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