La storia di Winter, il delfino senza coda

La storia di Winter, il delfino senza coda

Ultimo aggiornamento: 08 maggio, 2018

Non tutti i centri che ospitano ed espongono animali, sono zoo. Alcuni fanno di tutto tranne che tenerli imprigionati. Anzi, se ne prendono cura e li proteggono. Stiamo parlando dei centri di recupero che accolgono continuamente animali che non possono più vivere in libertà. In uno di questi, ha preso vita la fantastica storia di Winter, il delfino senza coda.

Il salvataggio di Winter, il delfino senza pinna caudale

All’inizio di dicembre 2010, i lavoratori del Clearwater Marine Center in Florida, Stati Uniti, hanno trovato Winter, un cucciolo di delfino di appena due mesi. Era rimasto intrappolato nelle reti di alcuni pescatori che, essendo molto strette, finirono per bloccare la circolazione della coda, chiamata pinna caudale.

Per fortuna, riuscirono ad ottenere i permessi per trasferire l’animale nel centro. Qui, ogni giorno, veterinari e zoologi si prendono cura di tantissimi animali marini, ognuno con un problema diverso e una lunga storia di travagli alle spalle. Poco a poco, il piccolo Winter cominciò a riprendersi. Ma purtroppo, gli specialisti non riuscirono a salvargli la coda.

il delfino winter a galla su un materassino
Fonte: Trbimg.com (Orlando Sentinel)

In natura, un pesce senza coda è destinato a morire rapidamente. Senza non poche fatiche, questo piccolo mammifero marino ha imparato a nuotare in modo diverso e, nonostante il grande cambiamento della sua vita, si è completamente ristabilito. Quello che prima era solo un cucciolo, poco a poco diventò un delfino adulto. Il desiderio di vivere di Winter e la grande capacità di medici e volontari, riuscirono a far sì che questo piccolo miracolo potesse compiersi.

Recupero e uso della protesi

La pinna caudale è la chiave per ogni attività di un delfino. Serve loro da motore di propulsione, per nuotare, saltare e spingersi verso l’alto per respirare ossigeno. Insomma, una volta stabilizzata la situazione, occorreva dare a Winter una nuova pinna caudale.

L’idea era semplice ma non facile da realizzare. Si pensò di realizzare una protesi vera e propria per questo mammifero marino. La prima ad essere realizzata con questo scopo. Le difficoltà erano molteplici e riguardavano il modo in cui l’animale l’avrebbe potuta calzare, la resistenza all’acqua, la flessibilità. Una famosa compagnia di protesi americana, accettò questa sfida, dimostrando molta sensibilità.

Fu subito formata una squadra, invitando a partecipare tanti esperti di diversi settori. Durante la costruzione di questa pinna artificiale, i numerosi problemi incontrati, piano piano vennero superati. Il più grande fu quello di decidere come fissare la pinna alla coda di Winter, senza che scivolasse via o che danneggiasse la pelle del delfino.

il delfino winter nuota con la protesi della coda
Fonte: Thestar.com

Alla fine, il team riuscì a disegnare un sistema di fissaggio simile a un guanto: la nuova coda poteva essere fissata con una sorta di imbracatura di plastica, coperta da un secondo strato elastico, elaborato a partire da un materiale simile al lattice. Il risultato fu sorprendente: una nuova coda flessibile e leggera, ma anche resistente e, soprattutto, capace di aderire perfettamente all’estremità del delfino.

Due film dedicati alla storia del delfino Winter

La storia e, soprattutto, il successo del recupero di Winter ha dato vita a due film realizzati per celebrare questa avventura a lieto fine. Il primo “L’incredibile storia di Winter il delfino“, fu lanciato nel 2011. Tre anni dopo fu la volta del sequel “L’incredibile storia di Winter il delfino 2“.

La regia è stata firmata da Charles Martin Smith, che ha diretto alcuni tra i più importanti attori del cinema americano, come per esempio Morgan Freeman e Ashley Judd. Il primo film ha fatto segnare un incasso totale di quasi 100 milioni di dollari.

E’ stato sicuramente un ottimo sistema per raccontare questa bellissima storia a bambini e adulti di tutto il mondo, un’ulteriore occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica circa i disastri derivanti dalla pesca massiva di cui, purtroppo, cadono vittima mammiferi molto intelligenti, come i delfini.

la locandina del film dedicato al delfino winter

Il primo film è stato lanciato nel 2011, con un tale successo da motivare l’uscita di un sequel con lo stesso cast. Nel film del 2014, Winter perde la sua compagna di vasca e il team del centro di recupero si sforza per non farlo rimanere solo.

La nuova compagna del delfino Winter: Hope

La storia raccontata nel secondo film è anch’essa reale. I delfini sono animali sociali, che hanno bisogno di vivere in gruppo. Il delfino scelto per accompagnare Winter, da allora in poi, si chiama Hope. Fu trovata quando aveva appena due mesi, insieme alla madre defunta.

La piccola di delfino venne nutrita per qualche mese, ed essendo arrivata così giovane al centro, non sarebbe stato possibile restituirla alla natura. Sua madre gli avrebbe insegnato a pescare, ma nessuno può aiutarla ad imparare questa abilità. Così, Hope è stata spostata nella vasca insieme a Winter e da allora vivono insieme.

Winter e Hope sono due animali che non potrebbero sopravvivere in natura. Ci sono occasioni eccezionali in cui l’essere umano è in grado di prendersi cura e di salvare gli animali che ne hanno bisogno. Dando loro un futuro in cui possano essere felici e vivere in sicurezza.

In cambio, Winter e Hope ci hanno fornito due storie di coraggio e amicizia. La perseveranza e la capacità di adattamento hanno permesso a entrambi di sopravvivere e, oggi, servono come esempio per aiutare molte persone a non arrendersi dinanzi ai problemi.


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