Zebra delle pianure: caratteristiche e habitat

Le zebre delle pianure sono una delle tre specie di zebra esistenti al giorno d'oggi; questi animali suscitano una notevole curiosità, non solamente a causa della loro caratteristica pelle, ma anche per l'habitat nel quale vivono.
Zebra delle pianure: caratteristiche e habitat

Ultimo aggiornamento: 25 novembre, 2020

La zebra delle pianure è originaria delle pianure africane. Appartiene al genere Equus, all’interno del quale si trovano sia le zebre che i cavalli.

Le zebre appartengono alla specie Equus quagga, mentre i cavalli alla specie Equus caballus. Al giorno d’oggi esistono tre diverse specie di zebra: Equus quagga è la varietà più comune e diffusa.

Caratteristiche della zebra delle pianure

Le zebre sono mammiferi erbivori la cui alimentazione è costituita da vegetali, come erba, germogli, arbusti, foglie, corteccia e frutta. Questo tipo di alimentazione consente loro di ripulire il proprio stomaco. Per quanto riguarda la loro fisiologia, possiedono un corpo largo dalle zampe corte e presentano dimensioni medie e un peso che oscilla tra i 350 e i 380 chili.

La peculiarità della zebra risiede fondamentalmente nelle strisce bianche e nere che ricoprono il suo corpo. Tutte le sottospecie di zebra possiedono queste strisce verticali sulla parte anteriore del corpo.

A mano a mano che si procede verso quella posteriore, invece, diventano orizzontali. Le popolazioni del nord presentano strisce maggiormente strette e definite. Quelle del sud, invece, possiedono, nella parte posteriore, un numero inferiore di strisce.

Le zebre sono animali sociali che vivono in piccoli gruppi e si proteggono tra loro. Se un individuo del branco viene attaccato, la famiglia accorre in suo aiuto. Gli animali formano un cerchio intorno all’individuo minacciato e cercano di spaventare i predatori.

Zebre nella savana.

Habitat della zebra delle pianure

Le zebre delle pianure vivono nel continente africano, in diversi tipi di habitat: savana africana, selve e praterie. La loro posizione varia dal livello del mare ai 4.300 metri di altezza (per esempio, sul monte Kenya), in Kenya. Tuttavia, non sono presenti nelle foreste pluviali, nei deserti o nei boschi sabbiosi.

Le zebre vivono in gruppi, nei quali sono presenti uno stallone, diverse femmine e i loro cuccioli. Anche se ogni gruppo vive in zone specifiche, si riuniscono in determinati periodi dell’anno. Quando lo fanno, si muovono in gruppo come greggi.

La loro dimora varia nel corso delle stagioni, perché dipende dai cambiamenti stagionali della vegetazione. Le dimensioni della zona nella quale vivono variano in funzione del luogo che occupano. Inoltre, queste zone sono diverse da quelle occupate dai gruppi che vivono in parchi nazionali.

In alcune regioni, i greggi sono separati da barriere naturali o habitat marginali e formano sottopopolazioni che coprono aree differenti. Lo spazio che percorrono è maggiore nei periodi asciutti, a causa della minore disponibilità di risorse offerte dall’ambiente.

Migrazione

Nell’ecologia della zebra il processo migratorio assume una notevole importanza. È stato osservato che le zebre migrano nel corso dell’anno, in concomitanza con l’alternanza delle diverse stagioni. La migrazione ha inizio nel periodo delle piogge e lo spostamento quotidiano dipende da alcuni fattori, tra i quali il tasso di precipitazione.

Zebra delle pianure: zebre al guado.

L’obiettivo di questa migrazione è la ricerca di risorse. Una delle emigrazioni più vistose ha luogo nel Serengeti. Tuttavia, non tutte le mandrie di zebre migrano. Alcune mandrie o gruppi di zebre reagiscono in modo differente ai cambiamenti delle condizioni climatiche.

Inoltre, le zebre sono in grado di modificare i propri schemi di migrazione per adeguarsi alle possibili condizioni avverse oppure per fare fronte alla necessità di reperire nuove risorse. Tuttavia, la presenza di recinti lungo il loro cammino limita il raggio di espansione delle popolazioni.

Minacce

Tra le minacce che le zebre sono costrette ad affrontare, si segnalano le seguenti:

  • Agricoltura e acquacoltura.
  • Allevamento di bestiame.
  • Uso di risorse biologiche, come la cattura di animali terrestri.
  • Perturbazioni e intrusioni umane, come guerre, tumulti civili o pratiche militari.
  • Cambiamento climatico, che, unito a un clima rigido, dà luogo a siccità.
  • Caccia. La pelle delle zebre è uno dei principali motivi di richiamo per i cacciatori.

Esiste un importante commercio di pelli di animali africani, che conduce inesorabilmente alla scomparsa delle varie specie. Un esempio evidente è costituito dalla sottospecie quagga, che scomparve nel corso del XIX secolo a causa dell’intervento umano. Fu la prima sottospecie di zebra a essere descritta ed era caratterizzata dal fatto che la parte posteriore del suo corpo era priva di strisce, ma presentava, invece, una tonalità marrone.

Purtroppo, al giorno d’oggi le popolazioni sono in diminuzione e la classificazione delle zebre all’interno della Lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) è “quasi a rischio” (NT, Near Threatened).


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