Averla meridionale: l'uccello macellaio

La condotta dell'averla meridionale lo rende uno degli uccelli più sorprendenti; la sua biologia non lascia indifferente nessuno
Averla meridionale: l'uccello macellaio
Eugenio Fernández Suárez

Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

L’averla meridionale (Lanius meridionalis) è uno degli uccelli più particolari che si possono trovare nella penisola iberica, in Francia e nelle regioni più occidentali d’Italia. Ingiustamente poco conosciuto, il comportamento di questo volatile è unico.

Cosa sono le averle?

Tutte le specie di averla presentano la stessa caratteristica: nonostante si tratti di piccoli uccelli con le estremità magre, possiedono un becco che ricorda quello degli uccelli rapaci, come se fossero animali cacciatori.

E questa caratteristica ha un suo perché: l’averla è un piccolo volatile che caccia insetti, ma è noto soprattutto per il modo in cui caccia piccoli vertebrati. Roditori, lucertole e altri uccelli possono essere prede di questi volativi, che sono conosciuti anche come boia (lanius, infatti, deriva dal latino è significa “macellaio, boia”). Ma come ci riescono?

Le averle appartengono alla famiglia dei Laniidi e vivono in Africa, Asia ed Europa, anche se esistono alcune specie che si riproducono nell’America del nord, in Australia e nel sud del continente americano.

Caratteristiche dell’averla meridionale

La specie di averla meridionale più grande si trova nella penisola iberica. È un uccello sedentario, frequente nelle zone secche e negli ambienti aperti come le isole Canarie o in tutto il versante mediterraneo.

Averla meridionale su un ramo

Riconoscere questo uccello è molto facile, motivo per cui se vi piace osservare la fauna selvatica è un buon animale per incominciare. È un uccello piccolo, corpulento e dalla coda lunga. Oltre al suo becco, si contraddistingue per una mascherina nera sugli occhi.

Le ali di questo passeriforme sono nere, con una grande macchia bianca. Gran parte del suo corpo, tuttavia, è di colore grigio, dunque è facilmente riconoscibile. 

Misura appena 25 centimetri, invece la sua apertura alare supera di gran lunga i 30 centimetri. Il suo canto è metallico e potente, nonché molto variato, infatti questo animale riesce a imitare altri uccelli.

Comportamento dell’averla meridionale

L’aspetto più curioso dell’averla meridionale è il suo comportamento: questo animale, dopo aver cacciato la sua preda, la impala in piante spinose o persino nel filo spinato. In seguito a ciò, può farla a pezzi tirandola con il becco, da questa abitudine deriva il suo soprannome di “macellaio”.

Averla meridionale che uccide la preda

L’intelligenza degli uccelli è ben dimostrata dall’averla, che è solita cacciare in agguato, mentre osserva dall’alto appollaiata su fili elettrici o rami. Dopo questa prima fase di osservazione, acciuffa la sua preda e la impala in rami appuntiti di prugnolo selvatico, biancospino e altre piante.

Per quanto riguarda la sua riproduzione, in Italia di solito inizia a marzo, mentre in Africa e nelle Canarie avviene prima. Questi uccelli costruiscono il nido su alberi spinosi, dove depongono fino a sette uova bianche con macchie nere, da dove i pulcini usciranno dopo due settimane.

È importante ricordare che, sebbene questa specie non sia in pericolo di estinzione, l’averla meridionale è considerata “quasi minacciata” nel Libro Rosso degli uccelli.

Habitat dell’averla meridionale

L’averla meridionale presenta diverse sottospecie ed è un uccello poco diffuso: in Europa, si trova solo nel sud della Francia, in Portogallo, in pochissime aree dell’Italia e in Spagna. Anche le isole Canarie e il Nord Africa fanno parte del suo habitat, insieme a parte dell’Asia.

L’averla meridionale vive in zone aperte, è comune osservarla appollaiata su cavi e altre strutture. È possibile avvistarla anche in zone di macchia, boschi di lecci e colture come campi di mandorli o olivi.

Per quanto riguarda il suo habitat in Italia, è presente solo nelle aree più occidentali. Si calcola che nel sud-ovest dell’Europa vi siano più di 500000 esemplari, anche se sembra stiano sparendo.


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