Cavallo di Przewalski, l'ultimo cavallo selvaggio

Cavallo di Przewalski, l'ultimo cavallo selvaggio
Eugenio Fernández Suárez

Scritto e verificato il veterinario Eugenio Fernández Suárez.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Poche persone conoscono il cavallo di Przewalski, ma si tratta di un animale straordinario e con una storia che vale la pena conoscere e approfondire. Per millenni, l’uomo ha addomesticato i cavalli, spesso causando l’estinzione o la sostituzione di molte specie selvatiche. Tuttavia, il cavallo di Przewalski è sopravvissuto fino ad oggi ed è considerato come l’ultimo vero cavallo selvaggio.

Gli ultimi cavalli selvaggi

Se pensate a dei cavalli selvaggi, sicuramente vi verranno alla mente i mustang americani. Ma, in realtà, si tratta di cavalli domestici che vengono lasciati in libertà e che, comunque, riescono a sopravvivere in un ambiente naturale.

I cavalli si estinsero in America migliaia di anni fa, ma durante la conquista dell’America furono importate altre razze europee, grazie ai conquistadores spagnoli. Le pianure americane, dove grandi predatori come il lupo, l’orso o altri grandi felini non possono vivere, hanno permesso il loro apogeo.

Il cavallo di Przewalski, non a caso, è anche conosciuto come “cavallo selvaggio della Mongolia” e un motivo ci sarà. Ed è che, sebbene fosse sull’orlo dell’estinzione, oggi sopravvive come l’unico equino che non ha subito un processo di domesticazione.

Ciò gli permette di essere un modello di studio ideale per comprendere il comportamento dei cavalli, poiché ha un temperamento e una struttura sociale che è probabilmente molto simile a quello che avrebbero avuto gli antenati del cavallo domestico. Questo presenta molteplici applicazioni per l’etologia equina e il dressage naturale.

I cavalli si estinsero in America migliaia di anni fa, ma durante la conquista dell’America, vennero importate diverse razze di cavalli spagnoli. Le pianure americane, dove le condizioni climatiche impediscono la presenza di grandi predatori carnivori, hanno permesso lo sviluppo di questi “nuovi” equini.

Caratteristiche e comportamento

A differenza dei cugini domestici, il cavallo selvaggio della Mongolia ha un cranio distinto, con un muso convesso invece di un naso concavo. Le gambe sono corte e la sua anatomia è massiccia, con una testa più grande proporzionata al corpo.

La sua criniera è sempre eretta e ha un colore che varia tra il giallo e il marrone scuro. Il peso per gli adulti è di circa 350 chili e la lunghezza supera i due metri.

I cavalli di Przewalski sono una specie molto socievole, amano vivere in grandi branchi, guidati da un maschio dominante. Quando i cavalli raggiungono i due anni, di solito lasciano il gruppo.

Le femmine si stabiliscono in altre mandrie e i maschi cercano di strappare il potere ad altri stalloni, il che favorisce lo scambio genetico tra diversi membri della medesima specie. Il carattere di questo formidabile animale è segnato da uno spiccato coraggio. Sebbene non attacchi mai senza ragione, è impossibile da domare.

un Cavallo di Przewalski al pascolo da solo su un prato verde

Per quanto riguarda il cibo, questa specie, dato che vive nei prati, si nutre di erba. Il suo principale predatore è il lupo, anche se la sua più grande minaccia è l’essere umano e l’impatto che genera sull’habitat di quest’ultimo cavallo selvaggio.

I cavalli di Przewalski sono una specie molto sociale, che vive in grandi branchi, guidati da un maschio dominante.

Conservazione del cavallo di Przewalski

Durante il Pleistocene (da 2,58 milioni a 11.700 anni fa), il cavallo di Przewalski viveva in Asia e il suo omologo europeo, il tarpan, viveva in Europa. Questa specie è alla base delle origini dei cavalli domestici. Per millenni non ha avuto problemi di sopravvivenza, ma la caccia e la competizione con il bestiame lo hanno messo in serio pericolo. La specie contava con migliaia di esemplari, ma oggi ne sono rimasti davvero pochi.

Nel 1969 fu avvistato un ultimo cavallo selvaggio nelle steppe della Mongolia. Venne dunque avviato un programma di conservazione della specie che dal 1977 al 2014 ha permesso il recupero parziale di questo equino. Grazie allo scambio di esemplari tra diversi zoo, nel 1992 vennero rimessi in libertà 12 esemplari di questo cavallo, il primo passo per una lenta ma importantissima ripopolazione.

Questi cavalli si adattarono perfettamente alla regione dell’Hustai, dove vivevano precedentemente, quindi l’allevamento di cavalli in libertà divenne un vero successo. Attualmente esistono 1988 Cavalli di Przewalski in cattività, a cui bisogna aggiungerne 387 che vivono allo stato brado. Grazie all’intervento della Fondazione per la Preservazione e la Protezione del Cavallo di Przewalski, ora è ancora possibile vedere questi cavalli selvaggi nelle steppe della Mongolia.


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